E via la gogna mediatica e’ di nuovo aperta!
C’e chi proprio non si rassegna al fatto che “migliaia” di cani randagi, che non trovano una sistemazione in Italia la trovino invece all’Estero, in questo caso in Germania e lancia mine a vanvera contro chiunque!
Da dove iniziamo?
Da quando e’ nata Radio Bau, e con candore ho messo i piedi per la prima volta nel mondo dell’animalismo e sono stato avvicinato dalle “leggende metropolitane” spesso sotto forma di mail, messaggi o personaggi famosi per usare frasi tipo “non posso dirti il mio nome”, dal vivo in Raduni o Feste dedicate ai cani o altri animali più sfortunati.
L’accusa sempre la stessa! TIZIO, CAIO, QUELLA, ecc… mandano i cani in Germania per la Vivisezione!
In oltre 10 anni, a rotazione i nomi li ho sentiti TUTTI, non e’ stato escluso nessuno, dalle associazioni più grandi a quelle minori, dai nomi più altisonanti a quelli di quartiere.
Certo perchè per noi Italiani niente di peggio di peggio che mandare i nostri cani all’estero, perchè consentire ad una persona straniera di mettere il naso nelle nostre cose? Perchè invece non ho mai deciso di dare retta?? Perchè parlo solo delle cose che vedo!
In questi giorni la notiziona che fà scalpore è ritornata agli onori della cronaca grazie ad un ingenuo (spero) quotidiano sardo, millantando “migliaia di cani dati alla germania per la vivisezione”.
Basta!!! Cosetta Prontu della LIDA Olbia, dai suoi Social si dichiara stufa di doversi difendere da queste illazioni e che il suo cuore e’ sereno;
gli occhi dei cani che ha fatto adottare in Germania quando tornano in Italia la ringraziano ed a lei basta questo.
Tanto che ha battezzato con il nome SORRISINO un cane paraplegico (in foto con Conny la sua orgogliosa adottante qui a destra) che in Italia non avrebbe adottato nessuno!! Sorrisino l’ho visto con i miei occhi!
Ma a questo punto e’ Sara Turetta, Presidente Save the Dogs and other Animals, ci mette la faccia ed interviene a gamba tesa, ricordando con la massima solarità, ma decisione come sono andate le cose negli ultimi anni per le associazioni animaliste e per gli animali coinvolti, nel Fanta Scandalo dei Migliaia di cani Italiani dati alla Germania per la Vivisezione
Vi invito a leggere bene sotto quanto specifica Sara, perchè è importante per il benessere degli animali coinvolti non tanto per le nostre e le vostre facce.
E’ importante che impariamo a non farci prendere in giro dalle invidie e dalle gelosie, è importante imparare ad ascoltare tutte le campane e guardare in faccia la gente, gli animali e non pensare mai che “STO SALVANDO IL MONDO”, ma sto facendo qualcosa … qualcosa di buono!
Buona lettura (Davide Cavalieri)
Egregio Direttore e spettabile redazione,
vi scrivo per dare forza e sostegno alle associazioni sarde menzionate nel vostro articolo del 5 Febbraio scorso https://www.lanuovasardegna.it/…/migliaia-di-randagi-spedit… che hanno attivato programmi di adozione in collaborazione con associazioni tedesche.
Anche l’associazione che ho fondato e che rappresento manda cani in Germania dal proprio centro in Romania, e con noi lo fanno migliaia di associazioni bulgare, greche, turche, spagnole, portoghesi…
Queste adozioni internazionali sono iniziate negli anni ’80, per poi esplodere in epoca di Unione Europea e di social media, per un semplice motivo: la richiesta di cani in Germania è molto più alta dell’offerta nei canili, che sono piccoli e ospitano perlopiù cani problematici (e che non vengono soppressi perché l’eutanasia è vietata in Germania).
Dall’inizio del fenomeno il mondo animalista si è spaccato in due: una lotta “fratricida” che ha fatto morti e feriti, infangato il buon nome di tanti volontari, bloccato migliaia di cani condannandoli a morire in gabbia e costretto associazioni a spendere soldi per difendersi dalle accuse.
Un fenomeno autolesionista, sfruttato anche da molti nemici del nostro mondo per dividerlo e alimentare conflitti.
L’esito?
Neppure una condanna. Le autorità italiane e tedesche non hanno mai riscontrato irregolarità, se non nella compilazione di qualche documento o nei criteri di trasporto, mai nella destinazione dei cani.
Il fatto che in Germania (come in tutti i paesi del nord) le famiglie non ricevano un cane gratis ma corrispondano una “tassa” di adozione è sintomo di civiltà: se una famiglia desidera un pet, è giusto che sostenga le spese mediche per riceverlo sano e sterilizzato e copra le spese di viaggio.
Qual è lo scandalo in questo?
E’ scandaloso semmai che i cani in Italia si cedano gratis, spendendo i fondi che le associazioni ricevono per altre attività, o che addirittura i comuni si vedano costretti a dare “incentivi” di vario tipo pur di svuotare le gabbie.
Queste sarebbero buone pratiche? Ma ci rendiamo conto della situazione in cui versa l’Italia? Ricordo che la Sardegna, secondo l’ultimo rapporto LAV sul randagismo, è la regione con il più alto numero di cani rinchiusi nei canili, dopo Puglia e Campania.
Le dichiarazioni di Sebastiano Candidda e Eva Bianchi mostrano chiaramente che costoro non hanno mai messo piede in Germania, parlato con le associazioni, approfondito la realtà.
L’anagrafe canina tedesca è composta da varie anagrafi, private e pubbliche: non è obbligatoria ma sono registrati più cani che in quella italiana (oltre 13 milioni).
Dei cani non si perde alcuna traccia: le autorità tedesche controllano scrupolosamente i cani in arrivo, anche negli stalli, che costretti a registrarsi presso le ASL tedesche.
Spero davvero che questa riflessione possa trovare spazio sulla vostra testata, perchè c’è un terribile bisogno di corretta informazione e di verità, nel nostro paese.
In fede,
Sara Turetta, Cavaliere della Repubblica e Presidente di Save the Dogs and other Animals