Addio ai Mufloni dell’isola del Giglio

Ieri Mattina sul traghetto delle ore 7,30 partito da Porto San Stefano (Gr) e diretto al Giglio è stata avvistata un’auto della Polizia provinciale con i cani per cacciare i mufloni all’interno della tenuta del Franco, la loro “casa” da sempre, da quando negli anni cinquanta vennero portati sull’isola toscana e dalla quale poi si erano diffusi nel territorio. Qui infatti si trovano ancora alcuni degli ultimi animali rimasti in vita, fra cui un unico esemplare femmina.

La strage dei mufloni nell’isola era iniziata nel 2021 con gli abbattimenti di alcuni esemplari e, dopo proteste da parte degli attivisti e degli abitanti che avevano presidiato e protetto i mufloni per mesi, si era giunti a un protocollo d’intesa tra alcune associazioni animaliste e l’ente Parco dell’Arcipelago Toscano che si impegnava a sospendere gli abbattimenti, prevedendo il trasferimento degli animali fuori dall’isola.  Accordo che de facto è stato aggirato già dal 2022 quando le uccisioni erano riprese sulla base di una deroga alla caccia emanata dalla Regione Toscana nel silenzio assoluto dell’Ente Parco.
Questo silenzio ha reso possibile che nelle settimane scorse una ventina di animali, la metà circa dei sopravvissuti, sia stata massacrata a colpi di fucile da cacciatori di selezione inviati dalla Regione Toscana.

In queste ore sull’isola pochi attivisti stanno tentando coraggiosamente di opporsi a questa ennesima violenza ai danni della fauna selvatica. “Chiunque possa accorra immediatamente in soccorso dei Mufloni” è la chiamata disperata degli animalisti presenti sul luogo.

“Nonostante le nuove diffide arrivate alla Regione Toscana da parte delle associazioni LNDC Animal Protection, Vitadacani ed Enpa, le autorità procedono imperterrite nel loro piano insensato di sterminio dei mufloni – dichiara Sara d’Angelo, portavoce della Rete dei Santuari di animali liberi e attivista antispecista – e rifiutano di rispettare i patti precedentemente presi con gli animalisti.
Questa deriva autoritaria, dove il dialogo democratico è sostituito dall’azione violenta e irrimediabile, sembra ormai esser il modus operandi di chi sta al governo: succede in Trentino con gli orsi, è successo a Sairano con lo sterminio dei maiali del rifugio Cuori Liberi e ora sta succedendo di nuovo qui sotto i nostri occhi impotenti davanti a tanta volgare crudeltà”.

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