La Natura entra finalmente tra i principi fondamentali dello Stato: la svolta Green dell’Italia

La Natura entra in Costituzione: con decenni di ritardo, la Carta fondamentale della Repubblica recepisce una sensibilità per l’ambiente ormai diffusa tra i cittadini e nella giurisprudenza.

La Camera dei Deputati ha approvato la riforma per la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione Italiana che tutelerà finalmente l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi.

L’Art.9 reciterà: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

A proposito di questo importante novità, il presidente di Sea Shepherd Italia– Andrea Morello- afferma:

“Finalmente, nel costituire uno Stato Civile, i pilastri della sopravvivenza -riassunti in ambiente, ecosistema e biodiversità- sono inseriti e descritti nella Costituzione. Noi possiamo svilupparci e sopravvivere come civiltà grazie all’interdipendenza ecologica con tutte le altre specie che abitano il pianeta Blu che ci accoglie. Fu il Capitano Paul Watson, fondatore di Sea Shepherd, a farmi conoscere le tre leggi dell’ecologia che governano il nostro pianeta:
• La legge della diversità: la forza di un ecosistema dipende dalla diversità delle specie al suo interno,
• La legge dell’interdipendenza: tutte le specie sono interdipendenti tra loro,
• La legge delle risorse limitate: vi sono limiti alla crescita e alla capacità portante dell’ambiente.”

Sarà quindi messa attenzione sulla tutela dell’ambiente, creando un vincolo talmente forte da inficiare qualsiasi ambigua interpretazione futura da parte della giurisprudenza, in modo tale che l’esigenza costituzionale sia posta al di sopra di ogni interesse economico privato.

L’articolo 41 è stato quindi così modificato: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.”

La modifica è in linea con la normativa europea che aveva già specificato nella Carta di Nizza (Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea), occupandosi della tutela dell’ambiente all’art. 37, che “Un livello elevato di tutela dell’ambiente e il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell’Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile”.

Visti i presupposti, finalmente ambiente e biodiversità saranno messi sullo stesso piano, e verranno salvaguardati allo stesso modo del patrimonio paesaggistico.

Questo rappresenta una svolta epocale anche nell’aiutare il Paese ad affrontare meglio e più istituzionalmente l’emergenza della crisi climatica.

Roberta Bussolati

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