Ogni Mezzanotte su Radiobau c’e’ MISTERI BESTIALI con Isabella Dalla Vecchia, ed in replica alle 15:05, un esclusiva di Radiobau!
Il cinema negli ultimi anni sembra si stia basando sulla reinterpretazione di personaggi che sono stati fissati in un ruolo molto preciso, scavando nel loro profondo ed in un certo senso, levandogli la maschera. Impossibile non restare incuriositi da profondo vegetarismo di Noè, ad esempio,
in nome del quale è disposto a eliminare l’uomo dalla faccia della Terra, salvando solo gli animali.
In questi mesi è uscito un film controverso dal titolo di Maleficent, la presunta storia della vita di Malefica, la matrigna cattiva che nella favola de “La bella addormentata” maledirebbe Aurora senza un motivo apparente.
Con grande sorpresa nel film ci viene presentata come una fata buona, il cui odio esplode solo in seguito ad un tradimento.
Chi è fedele all’eterna figura di Malefica può non essere d’accordo, invece è profondamente apprezzabile il tentativo di spiegare il perché di tanta cattiveria. Ecco che ci troviamo di fronte ad un film psicologico, che analizza i comportamenti della donna, invitandoci a cercare la luce anche in un cuore che appare tenebroso.
Ne La bella e la bestia, Belle, dopotutto tollera la presunta cattiveria del mostro, scoprendo alla fine della storia un cuore puro.
Questo film ci insegna a guardare oltre e a comprendere i sentimenti anche dei cattivi delle favole.
Abito lungo e nero, modi composti, trucco perfetto e corna, quel copricapo con le corna che la fanno sembrare diabolica.
E’ sufficiente quindi indossare le corna per essere definiti “cattivi”?
No, in quanto scopriremo che esse stesse sono l’emblema della gioia, della fortuna e della fertilità, a testimonianza che nulla è ciò che sembra.
In Sardegna è molto diffuso il culto attorno alla figura del toro, in Egitto a quella dell’ariete e del bue, ma soprattutto in tutto il mondo c’è sempre stata una particolare attenzione attorno alla figura del corno o quantomeno ad animali con le corna.
Le stesse nostre superstizioni, retaggio di antiche tradizioni, sono ad esso indissolubilmente legate.
Guardiamo ad esempio il cornetto napoletano, un potente portafortuna, un simbolo fallico e dunque adatto a richiamare la fertilità. Un’altra figura a noi familiare è la cornucopia, un’immagine porta fortuna il cui nome significa corno e abbondanza, in quanto il corno trabocca di fiori e frutta. Ci arriva fin dall’antica Grecia, in cui si narra del corno riempito dalle Naiadi, ninfe guardiane dell’acqua dolce, dei fiori e della frutta per richiamare la fertilità del luogo in cui si trovava, presso il fiume Achelous, che era una divinità a sua volta.
Anche il gesto di “fare le corna” ha un richiamo simbolico molto antico rispettato ancora oggi, in quanto viene fatto ormai istintivamente per allontanare la sventura. Serviva per tenere il male alla larga e fare le corna con le mani era un po’ come acquisirle e con esse sfondare il muro del problema. Ma non solo. Molto diffusi erano gli elmi con le corna, soprattutto in Sardegna abbiamo molti esempi dai bronzetti conservati nei musei. Corna utilizzate come arma ad imitazione degli animali e corna a scopo apotropaico, per spaventare, apparire mostruosi e più grossi, alti e allontanare il nemico.
Basti pensare alla figura mitica dell’unicorno, questo animale desiderato e irraggiungibile, avvicinabile solo da una vergine, situazione che ancora richiama il valore del corno come attributo maschile attratto da una fanciulla illibata. Per fortuna gli unicorni non sono mai esistiti, in quanto venivano organizzate vere e proprie battute di caccia per ottenere il corno che si pensava fosse dotato di poteri miracolosi e allontanasse ogni malattia.
Dopo tutta questa positività è normale chiedersi… perché il diavolo e dunque anche Malefica, avrebbero le corna?
La figura di un diavolo cornuto è stata prettamente invenzione della Chiesa cattolica, in quanto la Bibbia non fa mai menzione a questo attributo.
Sicuramente la scelta è data alla demonizzazione della figura del corno, considerato magico da tutte le religioni antiche considerate pagane e guarda caso Malefica era una fata dei boschi che possedeva perfino le ali, una antica dea.
Dunque presentare un diavolo con le corna significava non approvare le corna come oggetto votivo, a cui ci si appellava in caso di sfortuna o malocchio, ma chiedere ai fedeli di rivolgersi direttamente a Dio o ai santi.
“Io non sono cattiva, è che mi disegnano così” diceva Jessica Rabbit segnando per sempre un’epoca.
A questo punto occorre non avere mai più preconcetti nei confronti di quei crudeli personaggi, senza i quali la storia o la favola non avrebbe ragion d’essere. Sono loro i veri protagonisti, con il loro odio, le loro paure e la loro rivalsa, perché no, anche nella luce…
(di Isabella Dalla Vecchia)