In Italia migliaia di animali sono ancora detenuti nei circhi.
La Lega Nazionale per la Difesa del Cane per sollecitare Governo, Parlamento e Amministrazioni locali a garantire la conversione dei circhi in spettacoli senza animali, l’8 e il 9 dicembre per la Giornata Internazionale per i Diritti degli Animali organizza una mobilitazione nazionale con la Campagna “Il Diritto di Vivere Liberi”.
Nelle principali città italiane, presso i Tavoli LNDC, sarà possibile firmare la petizione (nazionale e locale) a sostegno di questa campagna.
Ormai i Paesi che vietano – del tutto o parzialmente – l’esibizione di circhi con animali sono sempre più mentre l’Italia detiene, ancora, il record negativo di uno dei Paesi con il maggior numero di imprese circensi. E lo Stato italiano finanzia i circhi con animali, incluse quelle imprese che hanno già subito condanne e/o denunce per maltrattamento di animali e/o altre violazioni di legge. Ciò accade perché questa forma di spettacolo è ancora disciplinata dall’antiquata Legge n.337 del 1968. Una legge che deve essere cambiata.
La vita del circo, quindi, dipende ormai indissolubilmente dai contributi statali, mentre la sua popolarità è in costante declino. La legge sul circo del 1968 riconosce alle imprese circensi una “funzione sociale” e tale status garantisce loro contributi che controbilanciano il continuo calo di spettatori. Ogni anno il ministero per i Beni Culturali elargisce agli spettacoli circensi cifre che oscillano dai 5 ai 7 milioni di euro, sovvenzioni di cui beneficiano un centinaio di circhi e che appartengono principalmente al capitolo di spesa del Fus, il Fondo Unico dello Spettacolo, lo strumento finanziario per sostenere le attività degli spettacoli dal vivo. Ma alle notevoli cifre di denaro devolute in favore di questo genere d’intrattenimento non corrisponde un’azione di controllo efficace rispetto ai casi di maltrattamento e/o di acquisizione e impiego di animali appartenenti a specie protette ed esotiche, poiché la legge proibirebbe, in tali casi, l’erogazione di qualsiasi sostegno economico: ciò di fatto non avviene.
La detenzione degli animali nei circhi è inaccettabile sotto il profilo etico, dal punto di vista del benessere animale, della legalità, senza considerare il modello educativo proposto da questo tipo di spettacolo, definito da un documento specifico redatto dalla psicologa Annamaria Manzoni – e sottoscritto da oltre 600 psicologi – antipedagogico poiché educano il bambino a non riconoscere lo stato d’animo dell’animale che ha davanti, a disconoscere i suoi segnali di sofferenza, a reagire con la gioia e il divertimento al suo disagio: gli stanno proponendo un buon tirocinio per abituarsi a fare altrettanto con i suoi simili.
Esistono vari esempi nel mondo di spettacoli circensi di grande prestigio e successo che non utilizzano gli animali. Il circo senza animali non solo è possibile ma è necessario per recuperare un rapporto tra uomo e natura, tra bambini e animali.
“Per un acrobata o un clown il circo è l’apogeo artistico, il sublime che si fa arte, per un animale è la caduta negli inferi, l’annichilimento della propria dignità esistenziale, il banale che testimonia il male” Roberto Marchesini – Etologo Zooantropologo.
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