LNDC scrive alla Regione per fermare la caccia in Veneto

Nonostante sia una delle regioni più colpite dal Covid-19, il Veneto ha approvato l’avvio di attività di controllo della fauna selvatica, in poche parole ha aperto la caccia.
LNDC ha scritto al Presidente e agli assessori competenti ricordando che
queste attività non sono tra quelle consentite dal DPCM
e pertanto ne ha chiesto la sospensione almeno fino alla fine dell’emergenza.

Le ultime settimane sono state caratterizzate da una serie di Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri che gradualmente hanno ridotto la possibilità di svolgere attività didattiche, ricreative, commerciali, sportive e industriali, limitando anche la facoltà di uscire di casa.
Ciò nonostante, la Regione Veneto – una delle più colpite dall’epidemia che ha messo in ginocchio il Paese – ha avuto la brillante idea di autorizzare alcune attività venatorie per il “controllo, contenimento ed eventuale eradicazione” di alcune specie selvatiche: in poche parole ha aperto la caccia.

“Ancora una volta la lunga mano della lobby della caccia fa sentire il suo peso”, afferma Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Mentre tutta la popolazione è chiusa in casa, isolata e separata da amici e parenti, ridotta a doversi accontentare della sporadica visita al supermercato per acquistare beni di prima necessità, ai cacciatori viene concesso di infischiarsene della quarantena e di andare in giro a coltivare il loro macabro hobby di sangue. E il periodo è particolarmente favorevole per loro. Con le attività umane ferme o limitatissime, la fauna selvatica sta infatti cominciando a muoversi sul territorio con più tranquillità e si avvicina anche più facilmente ai centri abitati. Una vera e propria manna dal cielo per gli assassini autorizzati che non vedono l’ora di sparare a qualunque cosa si trovi a passare davanti alle loro doppiette.”
“Ho scritto quindi una lettera al Presidente Zaia, all’assessore all’agricoltura, caccia e pesca e all’assessore all’ambiente e protezione civile. Ho ricordato loro che l’ultima versione del DPCM ha previsto misure ancora più restrittive e una maggiore limitazione delle attività consentite, e la caccia non rientra sicuramente tra queste. Li ho quindi invitati a sospendere urgentemente i cosiddetti piani di controllo della fauna selvatica, quanto meno fino a fine emergenza. È assurdo che – nella stessa regione – chi ha un cane è costretto a passeggiare in un raggio di massimo 200 metri dalla propria abitazione mentre chi ha un fucile può andare liberamente in giro a uccidere”, conclude Rosati.

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