Diario di Bordo…6 aprile, la Thunder ha trasmesso un segnale d’emergenza e Sea Shepherd ha immediatamente messo in atto un’operazione di soccorso. Nella Zona Economica Esclusiva di Sao Tome, la nave bracconiera Thunder ha trasmesso un segnale d’emergenza.
Il Capitano della Thunder ha contattato via radio la nave di Sea Shepherd Bob Barker, riferendo che la propria imbarcazione stava affondando. La nave di Sea Shepherd Bob Barker ha risposto immediatamente al segnale d’emergenza.
Alle 11:52 ora di Greenwich del 6 aprile, la famigerata nave bracconiera Thunder è affondata in corrispondenza delle coordinate 0˚ 20′ nord 05˚ 23′ est, all’interno della Zona Economica Esclusiva di Sao Tomé.
Dopo 110 giorni di inseguimento da parte delle navi di Sea Shepherd, la Thunder ha concluso la sua fuga affondando in circostanze sospette e ancora da chiarire. Le navi di Sea Shepherd Bob Barker e Sam Simon stanno soccorrendo tutto l’equipaggio, composto da 40 persone, incluso il Capitano, gli ufficiali, e la squadra del ponte. L’intero equipaggio della nave bracconiera è riuscito a lasciare l’imbarcazione e a portarsi sulle scialuppe di salvataggio della Thunder prima che questa affondasse. Tre volontari della Bob Barker sono saliti a bordo della Thunder prima che affondasse per esaminare la scena e recuperare prove a carico della nave e delle sue attività illegali che altrimenti sarebbero andate irrimediabilmente perdute.
Il Capitano Peter Hammarstedt, comandante della Bob Barker, ha affermato: “Quando il mio Primo Ufficiale di Macchina è salito a bordo della Thunder nelle ore che hanno preceduto l’affondamento, egli ha potuto confermare che sussistevano chiari segni del fatto che l’imbarcazione fosse stata fatta affondare intenzionalmente. Di solito, quando una nave sta affondando, il Capitano fa chiudere tutti i portelli e paratie per mantenere la capacità di galleggiamento. Sulla Thunder, però, è stato fatto il contrario: porte e portelli erano stati legati in modo tale che rimanessero aperti e la stiva destinata a contenere il pescato è stata aperta. Si tratta, a dir poco, di una situazione molto sospetta.”
L’equipaggio della Thunder è stato rifornito di cibo e acqua ed è stato accolto con le dovute precauzioni e tenuto sotto osservazione a bordo della Sam Simon (l’equipaggio poteva essere potenzialmente pericoloso, è stato quindi tenuto in un’area separata dal resto dell’equipaggio di Sea Shepherd). L’equipaggio è stato poi sbarcato a Sao Tome e consegnato nelle mani delle autorità competenti. Il Capitano della Thunder e gli ufficiali di bordo hanno mostrato molta soddisfazione al momento dell’affondamento della loro nave, un atteggiamento piuttosto strano: “E’ stato davvero strano vedere il Capitano della Thunder applaudire e gioire mentre la sua nave colava a picco. È un comportamento assolutamente insolito e dimostra ancora una volta che egli ha deliberatamente deciso di affondare la sua nave” ha dichiarato il Capitano della Bob Barker, Peter Hammarstedt.
Egli ritiene che la nave sia stata affondata per distruggere ogni prova residua delle attività di pesca illegale condotte dalla nave. “Abbiamo inseguito la Thunder per 110 giorni. Penso che la nave bracconiera avesse ormai quasi terminato il carburante e dovesse per forza approdare in un porto. Credo che il Capitano della Thunder a questo punto abbia preferito far sparire sul fondo dell’oceano le prove fisiche delle sue attività illegali piuttosto che portarle con sé in un qualsiasi porto.” Ha aggiunto il Capitano Hammarstedt. La Thunder è la più famigerata di sei imbarcazioni, denominate da Sea Shepherd le “Bandit 6”, che sono note come navi dedite alla pesca illegale, non regolamentata e non segnalata, del vulnerabile merluzzo dell’Antartico in Oceano del Sud. Per quattro mesi la Bob Barker ha condotto un inseguimento record dell’imbarcazione che ha coperto il percorso dall’Oceano del Sud all’Oceano Indiano, per poi terminare in Atlantico. Il 25 dicembre 2014 la Sam Simon ha dato inizio alle operazioni di recupero per rimuovere le reti da pesca illegali abbandonate dalla Thunder nel momento in cui aveva iniziato la sua fuga dalla Bob Barker. Più di 72 chilometri di reti da posta illegali sono state recuperate nell’arco di tre settimane e più di 1.400 pesci, per un totale di 45.000 kg, erano stati restituiti al mare.
Il 25 febbraio 2015 la Sam Simon ha consegnato alle autorità delle Mauritius l’attrezzatura da pesca confiscata, quale materiale probatorio relativo alle attività di pesca illegale condotte dalla Thunder. Nel mese di marzo altre due navi facenti parte delle “Bandit 6”, ossia la Viking e la Kunlun, sono state detenute dalle autorità in Asia sud-orientale. I Capitani di entrambe le imbarcazioni sono stati arrestati per reati relativi alle norme in materia di pesca.
Operazione Icefish è la campagna partita in acque antartiche più lunga della storia dell’Organizzazione. Si è conclusa con grande successo: 3 delle navi illegali più distruttive e pericolose sono state fermate, la più famosa delle quali, la Thunder appunto, ha definitivamente concluso la sua carriera illegale e distruttiva.
VIDEO AFFONDAMENTO: http://www.seashepherdglobal.org/icefish/multimedia/videos.html Link notizia: http://www.seashepherdglobal.org/news-and-commentary/news/poaching-vessel-thunder-sinks-in-suspicious-circumstances.html
Video: http://www.seashepherdglobal.org/icefish/multimedia/videos.html Sito: http://www.seashepherdglobal.org/icefish/ Hashtag: #SeaShepherd #OperationIcefish
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