A Radiobau, il nostro mitico Stefano Bragatto incontra Eleonora De Sabata, giornalista e fotografa innamorata da sempre del mondo marino con una preferenza spiccata per gli squali.
Allarmante il dato del ritrovamento di parti di plastica negli organi degli squali, tanto allarmante quanto prevedibile considerate le tonellate di plastica che ormai risiedono nei nostri mari…La parola a Stefano ed Eleonora De Sabata!
– OSE Operazione Squalo Elefante è presente alla Conferenza sui Rifiuti Marini di Berlino, organizzata dalla Commissione Europea con il ministero dell’Ambiente tedesco in corso sino al 12 aprile, per annunciare una notizia che desta preoccupazione: la presenza di plastica nei muscoli di squalo elefante.
OSE è il primo studio sul campo dedicato allo squalo elefante nel Mediterraneo realizzato dall’ associazione MedSharks e dal Settore Conservazione Natura di CTS con il sostegno della Fondazione Principe Alberto II di Monaco e dell’Associazione Italiana della Fondazione Principe Alberto II di Monaco ONLUS.
“I risultati di una ricerca condotta insieme all’Università di Siena prova, per la prima volta al mondo, come i rifiuti abbandonati in mare abbiano contaminato anche il pesce piu grande del Mediterraneo: lo squalo elefante – a dichiararlo è Eleonora de Sabata coordinatrice del progetto.
Questo grande squalo, un gigante che raggiunge gli 8-9 metri di lunghezza, si ciba esclusivamente di plancton ma inghiotte allo stesso tempo la plastica che galleggia copiosa in mare. I tossicologi dell’Universita’ di Siena, che collaborano al progetto, hanno trovato in questi squali tracce di ftalati – additivi aggiunti alla plastica durante la lavorazione: segno inequivocabile che gli squali, oltre ad avere inghiottito la plastica, l’avevano anche assimilata. Con quali effetti non e’ ancora chiaro, ma queste sostanze possono alterare la produzione di ormoni.
“Occorre assicurare a questi straordinari animali – dichiara Stefano Di Marco Vice Presidente Nazionale del CTS – che rappresentano una grande ricchezza in termini di biodiversità adeguate misure di conservazione. Per questo motivo, oltre al progetto OSE, la nostra associazione è impegnata anche in un altro importante progetto per la salvaguardia degli squali che vengono uccisi al ritmo di 100 milioni di esemplari all’anno: SharkLife.
Il progetto finanziato dall’Ue con un progetto Life+ ha come obiettivo quello di rendere consapevoli soprattutto pescatori professionisti e sportivi della reale importanza di rilasciare in mare gli esemplari pescati e di informare il grande pubblico che il vero grande pericolo è l’uomo non lo squalo.”
Tutte le info su: www.squaloelefante.it www.sharklife.it