Lorenzo Tidu, Medico Veterinario parte per l’Africa per un lungo viaggio che lo porterà a fianco dei grandi animali africani. Su RadioBau ecco quello che lui ama definire REPORTAGE PER CASO
Primo giorno
Sono arrivato in Namibia stamane, dopo una notte in aereo passata tra nausea e mal di pancia, per una cena milanese in pizzeria che evidentemente, mi ha fregato. La cosa é buffa se penso che in Afghanistan, dove tutti i soldati andavano in diarrea, non ho mai preso niente e neanche quella volta che, nella musahy valley, dove in tenda stavamo in una base avanzata, io e il capitano cte di compagnia fummo invitati dai poliziotti afghani a cenare con loro.
Ci prepararono agnello stufato servito su pane azimo e riso. Comunque ora sono in mezzo alla savana e ripensavo a mercoledì il giorno prima della partenza, mentre andavo a comprare le ultime cose a ribolla e sono passato per la sughereta, l’asfalto bollente faceva evaporare l’acqua appena scrosciata in una nebbiolina gotica, ai lati della strada le ginestre forse più gialle del solito per contrasto con il cielo plumbeo, un senso tra il voler rimanere e il desiderio di andare mi ha colto, ma questo mi viene sempre prima di un viaggio.
Secondo giorno
Oggi siamo stati nel deserto nella Death Valey (valle della morte). Qui l’acqua di un fiume prese a scorrere sotto terra, cinquecento anni fa e le piante che crescevano rigorose oggi sono tronchi che non conoscono la decompisizione perché i batteri e le muffe non trovano il microclima ideale qui. Le dune alte centinaia di metri di colore rosso vivo hanno circondato la valle chiudendola come in un anfiteatro, hanno regalato l’eternità agli alberi. Durante il tragitto orici, kudu, otocioni, zebre e struzzi hanno accompagnato il nostro sguardo. (Lorenzo Tidu)