La Vendetta dell’Agnello… Pasqua con Isabella Dalla Vecchia

“Domani è pasqua, si mangia agnello”.
Una frase “di rito” che avremo sentito ripetere molte volte. Ma perché ogni anno viene perpetrata questa strage in nome della religione?
Conosciamo davvero l’origine di questa tradizione o il nostro ormai è un gesto automatico?
Islamismo, ebraismo, cristianesimo. Tutto nasce dal famoso episodio biblico del sacrificio di Isacco. La moglie di Abramo, Sara, sarebbe rimasta miracolosamente incinta, in quanto sterile e impossibilitata a procreare, grazie alle continue preghiere a Dio.
Il figlio “divino” cresce forte e sano fino al giorno in cui Dio contatta Abramo chiedendogli di riavere indietro il suo “dono”.
Abramo esegue a malincuore l’ordine e porta Isacco in un luogo per ucciderlo.
Ma appena prima del terribile gesto, Dio lo ferma contento della sua fedeltà. Al posto di Isacco viene sacrificato un ariete, da cui avrebbe origine la tragica tradizione fino alla fuga dall’Egitto dell’Esodo: con il sangue dell’agnello gli israeliti avrebbero infatti segnato le proprie porte di casa per evitare la vendetta di Dio e fuggire il giorno dopo al seguito di Mosè.
Arieti, pecore, agnelli sono nella Bibbia gli animali più sacrificati, al punto da associare il mite agnello alla figura di Gesù Cristo, ucciso sulla croce dall’uomo.
Quasi tutte le chiese antiche riportano la figura dell’Agnus Dei, un agnello con croce e bandiera della vittoria.
Ma perché un agnello, così bistrattato dovrebbe “vincere”? Perchè Gesù/agnello risorge, ma non solo: egli arriverà infatti a trionfare nell’Apocalisse.
E’ l’ultimo libro della Bibbia e significa “rivelazione”, ovvero annuncio della Verità. Viene descritta la fine del mondo, quando Gesù Cristo tornerebbe a vendicarsi.
Come? In forma di Agnello.
Un’esclusiva vendetta sugli uomini, in quanto natura e animali vengono risparmiati: “Dal fumo uscirono sulla terra delle cavallette a cui fu dato un potere simile a quello degli scorpioni della terra. E fu detto loro di non danneggiare l’erba della terra, né la verdura, né gli alberi, ma solo gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte”.
Nell’Apocalisse ci sono draghi e bestie spaventose in lotta con animali nobili e puri, leone, toro e aquila, manifestazione degli Evangelisti. E su tutti c’è l’Agnello, il nuovo Re del Regno di pace e serenità. Proprio l’agnello, il simbolo della macellazione senza scrupoli perché il suo pianto assomiglia a quello di un bambino.
“Nascondeteci dall’ira dell’Agnello” dicono le Scritture. Una vendetta devastante che distrugge l’Umanità, risparmiando solo 144.000 prescelti dal segno dell’Agnello. Coloro che lo avrebbero difeso, sempre.
“Poi guardai e vidi l’Agnello che stava in piedi sul monte Sion e con lui erano 144.000 persone che avevano il Suo nome e il nome di Suo Padre scritto sulla fronte. Essi son quelli che seguono l’Agnello dovunque vada. Nella bocca loro non è stata trovata menzogna: sono irreprensibili.
Ma che cos’è “la menzogna nella bocca”?
E’ il cibarsi di agnello e far finta di non sapere cosa avviene dietro quel gesto, ignorare la loro sofferenza, il pianto che tutti conoscono ma che chi è menzognero chiude occhi e orecchie e apre solo la bocca. Una bugia espressa non a parole ma con un gesto, con la scusa della tradizione in quanto Gesù mai avrebbe detto di nutrirsi di agnelli, ma metaforicamente di se stesso, dei suoi gesti. Altrimenti anzichè pane e vino avrebbe offerto carne e sangue. Non a caso nell’Apocalisse torna a vendicarsi in forma di Agnello. Un futuro evento non troppo lontano perché attorno abbiamo un mondo più consapevole che sta procedendo sempre di più verso una cultura vegetariana. Una cultura universale che sta cambiando in seguito alla “rivelazione” di ciò che avviene dietro i muri dei macelli.
L’Apocalisse di migliaia di anni fa è forse stata davvero profetica?
Più reale di quanto possa sembrare, vivendo nel totale rispetto degli animali, ne gioverebbe davvero il nostro pianeta, perché difendendoli avremmo in conseguenza la vera rinascita della Terra. (Isabella Dalla Vecchia)

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