Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità

La Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione (17 giugno) fu istituita dalla Assemblea Generale Nazioni Unite nel 1995 per sensibilizzare i Governi, le Organizzazioni e le persone sulla responsabilità collettiva nell’utilizzo sostenibile dell’acqua e prevenire la desertificazione. Nel 1994 veniva adottata a Parigi la Convenzione per la lotta alla desertificazione ( UNCCD: United Nations Convention to Combat Desertification), ratificata da 200 Paesi, tra i quali l’Italia, con l’obiettivo di mitigare gli effetti della siccità attraverso attività di cooperazione internazionale  nei Paesi più colpiti, in particolare l’ Africa. Le strategie messe in campo per la prevenzione si focalizzano sul miglioramento della produttività del suolo e sulla gestione sostenibile delle risorse del territorio e dell’acqua.

Perché RadioBau vuole celebrare questo giorno? E’ semplice. Intanto perché RadioBau ha a cuore le tematiche legate all’ambiente, e poi perché la stessa fauna mondiale risentirebbe tantissimo della minaccia alla desertificazione e alla siccità del suolo.

E’ stato dimostrato infatti che i deserti si stiano espandendo, che nell’ultimo secolo la superficie del Sahara sia aumentata del 10% e che tale dato sarà destinato a peggiorare ulteriormente nei prossimi cento anni.

E’ chiaro capire come molte specie animali rischino di non farcela, di non trovare più terreno fertile per il loro sostentamento; il riscaldamento globale, lo sfruttamento intensivo del terreno e l’inquinamento hanno causato un tasso di siccità davvero allarmante. La desertificazione è un fenomeno strettamente legato alle variazioni climatiche, ma anche allo sfruttamento eccessivo ed inadeguato della terra, a comportamenti errati e alla deforestazione.

Il Mediterraneo è considerato un “climate change“, cioè una delle aree più a rischio di cambiamenti climatici estremi. L’uso poco accorto delle risorse idriche mettono sotto stress, non solo il Sud, ma anche il Trentino, la Valle d’Aosta e la Liguria. Gli studiosi hanno ipotizzato che entro i prossimi trenta anni, la metà dei 20.000 esemplari che attualmente vivono in tale habitat rischierà l’estinzione.

Per porre un freno a questi fenomeni, oltre a una stringente regolamentazione dello sfruttamento delle terre, è fondamentale un radicale cambiamento degli stili di vita. Solo una diminuzione della domanda può spingere, infatti, chi produce a non approfittare della natura per mantenere alto il livello dell’offerta. A tal proposito, secondo le Nazioni Unite, il solo cambiamento dietetico può liberare tra gli 80 e i 240 milioni di ettari di terra.

Buona usanza sarebbe quella di rivedere le nostre abitudini alimentari, riducendo di molto il consumo di pratiche da allevamento intensivo, e di ridurre di molto il consumo spropositato dell’acqua.

Purtroppo, infatti, la gestione del territorio e del suolo non può prescindere da consumi sostenibili. E’ quindi necessario agire in tempo e consapevolmente nei riguardi non solo degli animali, della Terra e dell’ambiente che ci circonda, ma di noi stessi come singoli individui.

Non dovremmo scordare infatti, proprio nel giorno mondiale contro la siccità e la desertificazione, che più che mai vale il binomio che a Terra sana corrispondano persone sane.

Roberta Bussolati

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