Il Finning, una pratica crudele per una ciotola di zuppa

Lo shark finning (spinnamento) è una pratica per gran parte illegale, che viene effettuata quando lo squalo è ancora vivo. Una volta pescato, al povero squalo vengono tagliate le pinne, dopodiché viene ributtato in mare, ed inerme dopo una lunga agonia, morirà per asfissia, in quanto gli squali per immagazzinare ossigeno hanno bisogno di un continuo movimento.

Il numero di questi meravigliosi animali negli anni è calato drasticamente mentre la richiesta di pinne di squalo nei mercati asiatici (ma non solo!), è in forte aumento. Ogni anno uccidiamo 100 milioni di esemplari, 73 milioni solo per le loro pinne, che vengono usate nella famosa, costosa e tanto ambita zuppa di pinne di squalo.

Gli squali hanno un ruolo fondamentale e delicatissimo: mantengono l’equilibrio nell’ecosistema marino, apportando numerosissimi benefici per la stessa umanità.

Inoltre la loro presenza rappresenta lo stato di salute degli oceani. Di contro, la loro eventuale scomparsa determinerebbe una frattura fra questi equilibri così delicati con le conseguenze davvero disastrose.

Di questo, l’Organizzazione internazionale per la conservazione dei mari Sea Shepherd, si è sempre interessata e battuta con molta determinazione.

Se volete dare un occhio e saperne di più, potete visionare la pagina ufficiale del sito di Sea Shepherd inserendo ”finning” sul portale di ricerca: https://www.seashepherd.it/?s=finning

La violenza e l’egoismo non sono mai le strade giuste da intraprendere. Scegliamo la vita ed il rispetto.

Non dimentichiamo che se gli Oceani muoiono, moriamo anche noi.

Un grazie a Sea Shepherd,

Roberta Bussolati

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