Caccia: Toscana, autorizza “abbattimenti selettivi”

No Caccia
“Mentre i cittadini sono chiamati al rigoroso rispetto delle ordinanze restrittive legate all’epidemia da Covid 19, la Regione Toscana regala alle guardie venatorie volontarie in possesso di licenza di caccia – quindi ai cacciatori – previa “autorizzazione” della polizia provinciale, il privilegio di poter circolare liberamente sul territorio regionale con il pretesto di compiere abbattimenti di fauna selvatica considerata dannosa, violando così i principi dei Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri che hanno già escluso ogni attività connessa alla caccia – in cui ricade anche il controllo faunistico, regolamentato dalla legge 157 del 1992 sulla tutela della fauna”.
A rischio uccisione, tra l’altro in pieno periodo riproduttivo, caprioli, cinghiali, volpi, piccioni, minilepre e persino lo storno, che necessiterebbe comunque di una specifica e ben motivata delibera di “prelievo in deroga” ai sensi della direttiva europea “Uccelli” 2009/147/CE.
“Nell’ordinanza emanata dal Presidente Rossi assistiamo al solito elenco di pretestuose e generiche motivazioni, dalla sicurezza stradale – in un periodo dove non circola quasi nessuno – alla tutela delle produzioni agricole. Peccato che essa non citi il ricorso ad alcun sistema di prevenzione, obbligatorio e prioritario per la Legge 157 rispetto agli abbattimenti” – commentano le associazioni ENPA LAC LAV LIPU e WWF Italia.
Inoltre, la legge nazionale sopra citata non contempla affatto nel controllo faunistico l’ausilio di “volontari”, siano essi guardie venatorie o meno: queste ultime possono infatti essere coinvolte solo se “dipendenti dalle amministrazioni provinciali“.
Tantomeno esiste alcun potere di delega, da parte delle polizie provinciali, all’arbitrario ricorso a figure private per compiere gli abbattimenti.
“Evidentemente, la Regione Toscana ancora una volta dichiara guerra agli animali – non solo selvatici – al fine di accontentare le lobby venatorie. Neanche le sei sentenze della Corte Costituzionale, che rendono illegittimo il ricorso a figure private per compiere inutili ed ingiustificabili abbattimenti, sono state sufficienti per costringere il mondo della caccia al rispetto delle regole nazionali. Cosa ancora più grave, neanche una pandemia che rende i cacciatori potenziali veicoli del Coronavirus, più “liberi” degli altri cittadini che invece si impegnano a rispettare le restrizioni imposte in questo drammatico periodo”.

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