Misteri Bestiali :Betlemme:stalla, grotta, casa

betlemmeIn pochi sapranno che in Piemonte esiste una località dal nome di Betlemme. Questa cittadina merita la menzione di “luogo misterioso” solo per il nome davvero molto particolare e assolutamente unico in Europa. Dal 1966 è gemellato con la Betlemme palestinese, ma nel IX secolo era presente una miracolosa grotta della nascita di Gesù, meta di moltissimi pellegrini e malati, che volevano emulare e rievocare, con doni e devozioni, quell’antico giorno di 2000 anni fa, nella speranza che il profetizzato ritorno del Redentore partisse proprio da qui.
Sicuramente questo luogo è stato creato proprio per permettere a chi, impossibilitato a recarsi nella Terrasanta, poteva così “vivere” un pellegrinaggio sacro. Ad oggi la grotta della nascita è stata inglobata all’interno della chiesa dell’Ottocento che si trova nel centro del paese.
C’è molto del Natale in Italia;
a Milano, nella Basilica di Sant’Eustorgio sono conservate le reliquie dei Re Magi, a Guardiagrele la famiglia Del Balzo è erede di Baldassarre
a Piteglio è presente un’ampolla contenente il latte della Madonna.
Lo stesso San Francesco, patrono d’Italia e di tutti gli animali, avrebbe inventato il presepe nel 1223. E avrebbe scelto bene, in quanto la Natività è un tema caro alla tradizione cristiana, presente in quasi tutte le chiese mostrata in ogni contesto, stalla, grotta, casa.
E l’amico degli animali non poteva certo dimenticarsi di introdurre all’interno della capanna il bue e l’asinello. Se però leggiamo i 4 Vangeli canonici, noteremo che di questi animali proprio non si fa menzione. Perché si trovano qui dunque? La risposta più immediata è che la sacra famiglia si trovava in una mangiatoia-stalla abitata naturalmente da animali. Ma di mangiatoia parla solo il Vangelo di Luca, mentre in quello di Matteo si rifugiano in una casa. Quello di Giovanni e di Marco non ne fanno menzione. E nessuno parla di bue ed asinello, eppure sono indispensabili nella nostra capanna di Natale.
Nel Vangelo dello Pseudo-Matteo, viene descritta accuratamente la presenza del bue e dell’asinello: “Tre giorni dopo la nascita del Signore nostro Gesù Cristo, la beatissima Maria uscì dalla grotta ed entrò in una stalla, depose il bambino in una mangiatoia, ove il bue e l’asino l’adorarono. Si adempì allora quanto era stato detto dal profeta Isaia, con le parole: “Il bue riconobbe il suo padrone, e l’asino la mangiatoia del suo signore”.
Gli stessi animali, il bue e l’asino, lo avevano in mezzo a loro e lo adoravano di continuo. Si adempì allora quanto era stato detto dal profeta Abacuc, con le parole: “Ti farai conoscere in mezzo a due animali”.
Per quanto riguarda il bue esiste un’altra origine da un Vangelo apocrifo, il protovangelo di Giacomo. E’ quello che descrive la natività nella nostra affezionata grotta, un protovangelo molto realistico, in quanto Giuseppe al momento del parto, non lascia che tutto accada secondo la divina provvidenza, ma cerca con affanno un’ostetrica. Prima di trovarla vive una situazione quasi paranormale, avverte il tempo fermarsi, notando un pastore che, nell’atto di percuotere delle pecore, si blocca. Un fatto considerato malvagio, fermato. E qui entra in scena il bue perché poco dopo che Gesù era nato “Maria, avendo sentito che Erode uccideva i bambini, prese il bambino, lo fasciò e lo pose in una mangiatoia di buoi”.
Ma non basta. Dato che ogni evento nei Vangeli non è casuale, ma è il risultato di interpretazioni simboliche, dobbiamo cercare di capire il perché della scelta del bue e dell’asinello. Nel passato ogni animale era legato ad un valore simbolico e se il leone era la regalità, il cane la fedeltà e la colomba la purezza l’asino era considerato un animale umile e tranquillo, che appare spesso nella Bibbia, tant’è che Gesù lo cavalca per entrare a Gerusalemme come un re. Simbolo di umiltà e di trasformazione, la sua presenza era importante nella stalla per indicare Gesù come un Re umile, il Sovrano delle anime povere.
Il Bue rappresenterebbe invece le antiche religioni pagane (in Egitto era venerato il bue Api, in India la vacca sacra e nel Nord Europa era molto diffuso il culto delle corna), nelle quali arieti, tori e buoi, erano considerati divini, indica il passaggio dagli antichi culti al nuovo Cristianesimo. Due simboli del paganesimo che accoglierebbero nella loro casa in nuovo arrivato. Bue e asinello, la coppia perfetta, indispensabile cornice per la nascita del Salvatore. Non potremo mai escluderli dal nostro presepe ma soprattutto non potremo mai escluderli dalla nostra vita.
Un altro elemento che non può mancare di colorare il nostro Natale è l’abete, ma conoscete la sua reale origine? Non sappiamo chi ha piantato il primo seme dando origine ad una tra le tradizioni più seguite al mondo. Sembra che l’inizio sia avvenuto nel Cinquecento in Germania e nei Paesi scandinavi e ciò non sorprende, data la mania e la particolare attenzione per l’oggettistica natalizia del nord Europa. Eppure l’albero come elemento sacro è sempre esistito, legato al sacrificio, perchè si spoglia totalmente per donare i suoi frutti. Frutti appetitosi che attirano l’uomo in una notte povera, fredda, quasi priva di vita. Un frutto a cui tendere la mano: ricorda forse qualcosa? Certo, è l’albero della conoscenza del bene e del male nel paradiso terrestre e forse è stata proprio quest’immagine ad ispirarne la nascita. Ci troviamo in Germania all’epoca medievale, periodo in cui fece un gran successo il “Dramma del Paradiso”, una rappresentazione teatrale che veniva messa in scena ogni 24 dicembre.
Per un curioso gioco del destino, la vigilia è il giorno dedicato ai Santi Adamo ed Eva. Questo sorprenderà, ma entrambi, come progenitori di Cristo e dell’uomo, sono stati nominati santi facendo cadere il loro giorno proprio la notte di Natale. Eva che coglie il frutto dall’albero sempre verde dell’Eden, ben ricorda ciò che facciamo con il nostro abete, al quale nel passato venivano appese proprio le mele, altri frutti o palline comunque rotonde. E se, cogliendo i doni natalizi, ritualizzassimo ogni anno il peccato originale?
Da albero proibito ad albero della Vita: dopotutto l’albero di Natale è al centro del focolare domestico, esattamente come l’Albero della Vita era al centro del Paradiso, il migliore augurio per un anno fertile e ricco di doni.
Buon Natale a tutti da Isabella Dalla Vecchia

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